"Nessuno ha visto "cose nuove", per questo sono nuove. Creare cose nuove è difficile. Esse esistono solo nella testa del creatore. Quindi nemmeno lo staff sa cosa sono. Nessuna idea su come saranno accolte dal pubblico."
Kojima parla su Twitter delle sfide che deve affrontare un creativo quando deve dar vita a qualcosa di nuovo, qualcosa che può nascere solo dalla sua mente. Per questo è probabile che, quando tenterà di creare qualcosa di inedito, dovrà misurarsi con lo scetticismo altrui. Persino dei propri collaboratori.
"E' qualcosa a cui non voglio credere ma le resistenze spesso provengono più dai collaboratori di lunga data che da estranei. Succede quando cominciamo un nuovo progetto. Dovrò far attenzione."
E di seguito ci fa leggere le critiche che gli vennero mosse proprio dai membri del suo staff: "Non ha senso fare un gioco d'avventura con sparatorie" durante lo sviluppo di Snatcher, oppure "E' un errore usare il sole quando il giocatore rimane al chiuso" parlando di Boktai.
Ci sono persino delle critiche che furono rivolte alle meccaniche di gameplay di Metal Gear Solid:
"E' improbabile fuggire da un nemico, in un gioco" (Metal Gear), "E' inutile avere meccaniche di sopravvivenza in un gioco stealth" (MGS3). Col senno di poi, possiamo dire quanto si sbagliassero. E il successo della saga di MGS ne è la prova.
"Sorprendemente, coloro che comprendono stanno al di fuori del team di sviluppo."
"Alla fine, devi credere in te stesso" conclude Kojima. Lui lo ha fatto e ha avuto successo. Non pensate che sia un buon esempio da seguire?
Fonte: Twitter
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